Gestione dello stress
Il termine «stress» deriva dall’ingegneria e, letteralmente, significa «sforzo». Esso rappresentava lo sforzo o la tensione a cui erano sottoposti i materiali.
È stato poi grazie al medico Hans Selye (1907-1982) che il campo di applicazione della parola stress mutò, in quanto nel 1956 venne utilizzata per definire gli effetti di qualcosa che minaccia l’omeostasi (equilibrio) della persona.
Selye, nell’ambito di alcuni esperimenti sugli ormoni (era un neuroendocrinologo), si accorse che le cavie reagivano tutte allo stesso modo quando sottoposte ad agenti stressanti diversi come ad esempio: iniezioni di ormoni, iniezioni di muscoli o placenta, esposizione al calore o al freddo, infezioni virali, esposizione a rumori molto forti.
Tutti i ratti stressati reagivano allo stesso modo presentando 3 fasi:
- reazione di allarme: l’attivazione dell’asse ipotalamo – ipofisi – surrene e produzione di cortisolo, adrenalina e noradrenalina.
- Resistenza: quando lo stress persisteva la produzione di cortisolo diventava sovrabbondante e causava la soppressione delle difese immunitarie.
- Esaurimento: esaurimento della ghiandola surrenale con conseguente morte dell’animale da esperimento.
Selye definì dunque lo stress come un adattamento dell’organismo al cambiamento e denominò tale quadro il quadro come sindrome generale di adattamento.
Ciò che ci stressa dunque innesca in noi delle reazioni fisiologiche e psicologiche che ci spingono a mobilitare le nostre risorse per «adattarci».
Cosa succede con lo stress?
Ciò che ci stressa dunque innesca in noi delle reazioni fisiologiche e psicologiche che ci spingono a mobilitare le nostre risorse per «adattarci».
Sono implicati diversi livelli: somatico-fisiologico, emotivo, cognitivo.
C’è una grande complessità nella risposta vengono coinvolti il sistema nervoso centrale, autonomo, l’endocrino, le emozioni, i pensieri.
Lo stress, in sé, non è dunque per nulla negativo, anzi, ha una funzione adattiva! Qualora infatti la situazione sia padroneggiabile e non si cronicizzi nel tempo ci permette di «faredel nostro meglio»: si parla in questo caso di «Eustress». Un accadimento per noi difficile da gestire, ma che, impegnandoci, riusciamo a superare ci fa crescere e ci fortifica.
Qualora incontriamo, invece, un ostacolo per noi insormontabile, si parla di «Distress», condizione che conduce velocemente alla fase di esaurimento.
BASILARE RISULTA DUNQUE COME NOI INTERPRETIAMO UN QUALUNQUE ACCADIMENTO E QUALI RISORSE ABBIAMO A DISPOSIZIONE!!!
Gestione dello stress
Basilare, per la gestione dello stress risulta:
- Quali minacce percepiamo.
- Come le viviamo a livello inconscio e conscio.
- Quante e quali risorse abbiamo a disposizione.
- Come ci autoregoliamo.
Per gestire lo stress si possono individuare 4 aree attraverso cui si può svolgere un intervento:
- Psicologica – il supporto psicologico, la psicoterapia individuale o di gruppo.
- Alimentazione – una dieta personalizzata e appropriata contribuisce a regolare lo stress.
- Corporea – Attività fisica adeguata.
- Tecniche di rilassamento – coinvolgono il corpo e la mente, sono accessibili a tutti. Ovviamente, non operano sulle dinamiche intrapsichiche o relazionali.
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