Dynamical Neurofeedback

La neuroplasticità è l’abilità del nostro cervello di cambiare sia strutturalmente che funzionalmente a seconda degli stimoli che riceviamo dall’esterno. 

 Fino a qualche anno fa si pensava che, dopo l’adolescenza, il nostro cervello avesse una struttura fissa e che perdesse la capacità di crescere, adattarsi e migliorarsi. 

Al contrario, ora, sappiamo che siamo in grado di agire sulle nostre strutture cerebrali per tutta la nostra vita, di conseguenza la nostra macchina cerebrale può essere costantemente riprogrammata. Strutturalmente possiamo aumentare il numero di connessioni sinaptiche, cioè il collegamento tra due neuroni che consente la loro  comunicazione attraverso la propagazione dell’impulso nervoso da una regione cerebrale all’altra.  

Possiamo quindi apprendere, a ogni età, esperienze nuove e diverse e rallentare il deterioramento che avviene con il passare degli anni. 

Purtroppo sappiamo anche, che questo processo possa avvenire in negativo. Il nostro cervello diminuisce sia di dimensione che di efficienza, da qui un conseguente decadimento funzionale. Quindiè  possibile che il cervello si riduca di dimensioni e perda capacità adattive. 

 La causa di tale regressione può essere attribuita al passare del tempo, ma non solo. 

I fattori che possono influenzare la neuroplasticità negativa possono essere anche: 

  • QUALITA’ DEL SONNO che provoca un degrado cognitivo oltre a squilibri ormonali. 
  • STRESS che se diventa eccessivo e prolungato può avere diverse conseguenze negative, una tra queste è la  produzione di cortisolo, ormone che  sopprime la flessibilità  del cervello per l’appunto la neuroplasticità , bloccando la capacità di adattarsi alle nuove situazioni. 
  • SOVRAPPESO E SCARSA ATTIVITA’ FISICA sono correlati con la diminuzione della neuroplasticità. 
  • SCARSO ALLENAMENTO MENTALE una vita sociale attiva, stimoli nuovi e vari aiutano a mantenere viva la  neuroplasticità. 
  • MALATTIE NEURODEGENERATIVE alcune patologie limitano la capacità  del cervello di recuperarsi e ristrutturarsi. 

Oltre a lavorare per migliorare la nostra qualità di vita tenendo a mente i punti sopraelencati, le nuove tecnologie possono venirci in aiuto con mezzi che possono mantenere in allenamento il nostro cervello. 

IL NEUROFEEDBACK è un attivatore di cambiamento, tramite le sessioni si può imparare a modificare l’ampiezza, la frequenza e la coerenza degli aspetti elettrofisiologici del  cervello. 

E’ un metodo non invasivo che permette di poterci adattare dinamicamente al problema che dobbiamo affrontare, migliorando l’elasticità mentale e  rimettendone in gioco le capacità riorganizzando il pensiero. 

Il nostro cervello imparera’a correggere gli squilibri cerebrali o le emozioni croniche che ci colpiscono nella vita di tutti i giorni e potrà accedere a uno stato di profondo rilassamento.

Può essere un valido aiuto per:  

  • Ansia, depressione, attacchi di panico e su tutti i  disturbi dell’umore. 
  • Disturbi fisiologici 
  • Malattie neurodegenerative  
  • Disturbi di concentrazione. 
  • Acufene 
  • Insonnia 

La sessione dura 33 minuti durante i quali, seduti su una comoda poltrona,  si ascolta una musica rilassante. 

Tramite il posizionamento di alcuni sensori sulle orecchie e sulla testa, la macchina rileva l’attività cerebrale 256 volte al secondo e sulla base di un algoritmo specifico, determina il margine di variabilità di un evento corticale. 

Ogni qualvolta il sistema rileverà un’ incoerenza nel funzionamento del cervello e degli squilibri fra neuroni eccitatori e quelli inibitori, invierà un segnale, tramite una breve interruzione della musica, cosi’ da disattendere le attese di coerenza del cervello. 

Il Neurofeedback non è una musico terapia. 

Si potrebbe ottenere lo stesso risultato interrompendo le immagini di un film, ma il canale uditivo ha un collegamento diretto innestato nel cervello, di conseguenza la musica risulta essere più efficace. 

CONCLUSIONE: 

Sessione dopo sessione il cervello verrà allenato a riportare il pensiero su schemi più efficienti e a recuperare plasticità. 

Migliorerà la  capacità di adattamento a nuovi stimoli o eventi. 

Il protocollo ha un indicazione di minimo 20 sessioni bisettimanali o settimanali e di possibili richiami a cadenza mensile una volta raggiunto il risultato desiderato. 

Non si può comunque prevedere con precisione quante sessioni saranno necessarie, ogni reazione è soggettiva da persona a persona, le reazioni del sistema nervoso centrale sono uniche per ogni individuo. 

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